biamax Mer Dic 24, 2008 12:18 am
Natale 2008
Cari colori ,
Natale è la festa della speranza, della gioia e della serenità e nonostante il trasformarsi delle culture sociali ancora questa festa è tipica del contesto famiglia.
I nostri tempi, sono accompagnati, invece che da un clima di silenzio, di gioia serena e di desiderio di ascolto, soprattutto da un clima di confusione, ansia e agitazione.
Folle oceaniche si riversano nei grandi contenitori commerciali, per acquistare di tutto e di più, senza più distinguere ciò che è utile e necessario da ciò che è superfluo, la parola d’ordine è spendere, comprare presunti regali, brutti o belli che siano, importante è comprare.
Il tutto alla luce di un consumismo sfrenato e/o incontrollabile, che produce nuove e più estese forme di povertà.
E’ come se la gente avesse un inspiegabile bisogno di tutto questo. E’ come se fosse pervasa da un esigenza di appagamento e gratificazione.
Eppure passati i pochi giorni di festa, tutto ritorna come prima e quel senso di appagamento e gratificazione si trasforma in frustrazione e tristezza.
Perché accade?
Forse perché l’uomo cerca qualche cosa che non è in vendita!
Qualche cosa che è già presente nel suo cuore, ma che non sempre riesce a trovare, qualche cosa che cerca nel posto sbagliato.
E allora quel desiderio resta inappagato, l’esistenza diventa un vissuto privo di senso e senza alcun significato; “la perla preziosa resta chiusa nello scrigno e il suo valore perde di efficacia”.
E’ necessario, dunque, dare al tempo il suo giusto valore, recuperare la sua preziosità, farne un uso sapiente e proficuo.
Per fare ciò, basta fermarsi un attimo e trovare il tempo per stringere le mani tremanti di una persona anziana, ascoltare lo sfogo di un cuore disperato, asciugare il volto rigato da una lacrima, donare conforto ad un malato terminale, alimentare la speranza in un giovane che non riesce più a sperare nel proprio futuro.
Gioire della bellezza dell’universo, della forza della vita, della speranza che nonostante tutto riesce a vivere nei cuori semplici e docili, in famiglie povere e dignitose, in una umanità distratta, superficiale e conflittuale.
E’ necessario trovare il tempo per recuperare una dimensione sociale equa, solidale e pacifica, in cui lavorare, ognuno nell’ambito del proprio ruolo, della propria condizione e soprattutto secondo le proprie capacità.
Mettersi al servizio per costruire insieme il proprio contesto. Una dimensione quindi, che dà senso e scopo alla storia del mondo e dell’umanità.
“E nella gioia del Natale esprimo affettuosi auguri di vivere le feste con un cuore colmo di speranza, pace e serenità”.
Biagio
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